Poesia di paolo Amoruso; <br />Video di Maria Grazia Vai; <br />Sulle note di " Quando il Cielo toccò il Mare" di Stefano Ottomano; <br />Recitazione di Francesco Cusani; <br /><br />Poesia vincitrice nella categoria "studenti scuole medie superiori" alla prima edizione del concorso nazionale di poesia “Sognando l’infinito”, Montecosaro, 16 marzo 2013. <br /><br />Come i tronchi che si vedono morire <br />quando diventano un’ombra molesta <br />la bocca delle mie mani si siede a guardare <br />l’interminabile mendicare di sorrisi. <br /><br />Ero giovane a danzare sullo sguardo <br />delle foglie che si lasciavano cadere <br />e lo sguardo di un mondo che si capovolgeva <br />perché i gesti non bastavano a lavare le ferite, <br />quei segni rossi che si sbiadivano <br />lasciando visibile solo il dolore delle cadute. <br /><br />Lo guardo affievolirsi <br />come fosse il respiro di un ruzzolo <br />quel sorriso che abita, <br />tra le membrane della vita e quelle di un sogno <br />che mai s’incontrano, che ogni volta si distruggono <br />scaraventando le ultime monete da spendere <br />in un pozzo d’apatia. <br /><br />E della nuova alba prego la pioggia <br />affinché bagni le labbra di quella felicità muta <br />che della mia stanchezza fermenta il ricordo del dolore, <br />intanto che le mie dita ritornano a correre <br />ed io in piedi, ricomincio a parlare. <br /><br />poesia tratta dall’Antologia “SOGNANDO L’INFINITO“ <br />Ed. RUPE MUTEVOLE febbraio 2013
