Recitazione di Franco Picchini. <br /><br />tratta dall’Antologia POESIA SOTTO LE STELLE <br /><br />sulle note di "Solitude" solo piano<br /><br />Masticherei carovane di ferite <br />sui marciapiedi<br />abusati delle ore malate. <br />E rimanendo la preda delle pareti, della <br />loro nudità esposta, pur di trattenerti <br />- l’inchiostro puro nella bocca della vita, <br />e dei miei sogni la dolce apocalisse -<br />renderei orfano il tempo del mio sorriso.<br />Perché la tua mano è la sola capace di riscrivermi<br />nascita nelle ossa più giovani del vento. <br />Perché - la verità d’ogni mio silenzio<br />è il terrore di non baciarti il fiato -<br />Ecco per quale ragione tutte le notti torni <br />ad essere fermento sulle labbra delle mie preghiere.<br />E con un fiato di colpa - tossire nell’angolo<br />acuto di un bacio.<br />Nel magma iridiscente che affossa le parole delle<br />mani, in questo luccichio di pelle, dove Tu <br />sei - i seni di Gerusalemme, dove il mio amore <br />ha sempre voluto abitare -<br />Oltre ogni strato di epidermide e Luce. Fin dentro <br />l’irraggiungibile.
