http://www.pupia.tv - Messina - I finanzieri della Compagnia di Messina al termine di un'indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto e dal Sost. Proc., hanno arrestato due docenti dell'Università di Messina responsabili di aver gravemente inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l'esito.<br />L'operazione, ribattezzata "Pacta servanda sunt", è il risultato di indagini protrattesi per mesi e che hanno messo in luce un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l'accesso al mondo accademico non solo messinese.<br />Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, sono state eseguite nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell'Università di Messina nonché professore ordinario presso il medesimo dipartimento, e di un altro professore ordinario dello stesso Ateneo.<br />Indagati per i medesimi fatti, altri tre docenti, che svolgono la loro attività anche in altre Università.<br />In sostanza è stato accertato che sia la commissione giudicatrice, che il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione dei loro colleghi.<br />Nel concorso oggetto delle indagini, nonostante l'accurata pianificazione della procedura, che avrebbe dovuto chiudersi con la nomina a ricercatore di un parente di uno degli arresti, la presenza di un candidato con un punteggio più elevato aveva creato qualche problema alla consorteria criminale che - per portare a termine il piano - è giunta a costringere il concorrente meritevole a ritirarsi consentendo la proclamazione del candidato predesignato.<br />"Pacta servanda sunt". I patti vanno rispettati, così in una intercettazione telefonica i due arrestati concordano circa la necessità che il candidato (potenziale vincitore del concorso) debba rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.<br />L'indagine è scaturita da una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento ove operava uno dei destinatari delle misure cautelari e ha consentito di accertare l'appropriazione di somme da parte di quest'ultimo dalla gestione del "fondo economale" del Dipartimento con il concorso di un dipendente della medesima facoltà. (30.09.13)