Cebu, punta settentrionale delle Filippine. Anche qui il tifone Haiyan ha colpito duramente. I bambini a bordo strada chiedono aiuto. Non solo gli Stati e le organizzazioni internazionali hanno messo in campo le loro risorse.<br /><br />Ma la macchina del soccorso è composta anche da chi si è mosso in prima persona. Cercando, come può, di fornire un contributo. Come Simon Timmins, che racconta: “Stiamo facendo tutto il possibile. Ho scritto su facebook ‘potete aiutarmi? Sto andando lì con la mia auto’. Così amici e parenti mi hanno dato un sacco di cose. Ho oltre 450 chili di roba, abbastanza per due viaggi. Questo è il primo, tornerò in settimana”.<br /><br />Il Programma alimentare mondiale ha preparato 44 tonnellate di biscotti ad alto contenuto energetico. La mancanza di cibo è drammatica. Lo confermano volontari che si trovavano nel Paese asiatico già prima dell’arrivo della perturbazione che lo ha devastato.<br /><br />Il portavoce dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, Jens Laerke, ha spiegato da Ginevra che “il nostro piano di aiuti richiede 301 milioni di dollari. È la risposta dell’agenzia a tutte le necessità di assistenza. Sono state 11,3 milioni le persone dannegiate dal tifone”.<br /><br />Gli aiuti cominciano ad arrivare, ma distribuirli sul territorio in maniera capillare è un’ulteriore difficoltà: infrastrutture distrutte, intere province isolate, rendono i soccorsi ancora più complessi.
