Lisbona e Luanda sono ai ferri corti. Angola e Portogallo sono in disputa da quando, l’anno scorso, nella capitale portoghese è stata aperta un’inchiesta per riciclaggio di denaro a carico di personaggi pubblici angolani. “La partnership strategica con il Portogallo non può essere messa in pratica:” ha annunciato di recente il presidente dell’Angola Dos Santos. <br /><br />Colonia portoghese fino al 1975, l’Angola sta vivendo un boom economico guidato dai proventi dello sfruttamento petrolifero. Un Paese in ricostruzione dopo una guerra civile quasi trentennale che è finita nel 2002. Sono 200mila i portoghesi oggi in Angola. Con la crisi economica, molti sono arrivati nella capitale Luanda. Continua, intanto, l’avanzata della Cina nell’economia del Paese. E Lisbona teme di essere surclassata da Pechino come principale partner commerciale del Paese. <br /><br />Gli affari dell’Angola sono stati criticati dal Fondo Monetario internazionale (FMI) per la mancanza di trasparenza. Nel mirino è finita la compagnia petrolifera statale ‘‘Sonangol’‘. L’economia continua a crescere: del 6,8 per cento nel solo 2012. Luanda è la seconda città più cara al mondo per gli espatriati, dopo Tokyo.<br /><br />Ricchezza accanto a estrema povertà: è questa l’Angola di oggi dove il 70% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà. L’aspettativa di vita è bassa e il tasso di corruzione tra i più elevati del mondo: l’Angola occupa il 157° posto della classifica di ‘‘Transparency International’‘ su 176 Paesi. “Qui nessun caso giudiziario di corruzione è arrivato a una condanna definitiva. In Angola è emersa una ristretta classe sociale di super ricchi e l’origine delle loro ricchezze è difficile da spiegare, sono state accumulate in davvero pochissimo tempo:” ci spiega Manuel Alves da Rocha, economista dell’Università Cattolica di Luada. <br /><br />Se vuoi ascoltare l’intervista integrale in portoghese all’economista Manuel Alves da Rocha clicca qui.