Il giorno dopo la riconquista da parte delle truppe governative, la città sudsudanese di Bor fa i conti con le conseguenze della guerra. <br /><br />Le strade sono piene di cadaveri dei combattenti appartenenti alle due fazioni, l’esercito regolare del presidente Salva Kiir e i ribelli guidati dall’ex vice presidente Riek Machar.<br /><br />Lungi dall’essere confinato solo nello Stato centrale del Jonglei, il conflitto, che dal 15 dicembre ha fatto già migliaia di vittime, si è allargato a macchia d’olio dalla capitale Juba.<br /><br />“Voglio assicurarvi che sarà la pace e non la guerra, la speranza e non la disperazione, ciò che realizzeremo in questo Paese”, ha detto il presidente Kiir nel suo discorso di Natale.<br /><br />Ma per tutta la giornata di mercoledì, nonostante le richieste per un “cessate-il-fuoco”, i combattimenti sono proseguiti. In particolare a Malakal, capitale di uno degli Stati petroliferi del nord.<br /><br />In soli dieci giorni almeno 90mila persone hanno dovuto abbandonare la propria casa per fuggire da atrocità ormai stanno assumendo i contorni di uno scontro etnico.<br /><br />Circa 58mila si sono rifugiati nelle strutture gestite dagli operatori di pace delle Nazioni Unite: i costi stimati per l’emergenza, secondo il Palazzo di Vetro, ammontano a 166 milioni di dollari.