La capitale centrafricana è rimasta in preda a una tensione palpabile nella giornata di Santo Stefano, dopo un Natale all’insegna di violenze e confusione. <br /><br />I soldati francesi hanno laciato all’alba un’operazione di messa in sicurezza di due quartieri cristiani, uno nel nord della città, vicino all’aeroporto, l’altro a sud. In queste aree il 25 dicembre si era scatenato il panico in seguito a scontri armati di origine indeterminata. Cinque soldati ciadiani della Forza africana Misca sono rimasti uccisi. Una residente: <br /><br />“ Sono uscita per prima perché sono la responsabile. Preferisco che uccidano me priuttosto che i miei nipotini e mia figlia. Sono uscita con le mani in alto e hanno detto è nostra madre, lasciatela tranquilla”. <br /><br />Le violenze hanno provocato la fuga di migliaia di residenti in preda al panico. Molti si sono rifugiati vicino all’aeroporto, dove si contano già decine di migliaia di sfollati. <br /><br />Gli abitanti pensano che le violenze del giorno di Natale siano state provocate da un attacco delle milizie anti-balaka, ovvero le milizie cristiane di autodifesa, contro i soldati ciadiani, accusati di sostenere gli ex ribelli Séléka che hanno destituito il rpesidente Bozizé a marzo. <br /><br />In questa situazione il Marocco ha acconsentito all’invio di centinaia di truppe. La cerimonia di avvio della missione ha avuto luogo ad Agadir. I militari si uniranno ai 4 mila soldati della Misca, e ai 1.600 unità francesi.