I gruppi di autodifesa messicani non depongono le armi. I cosiddetti vigilantes dello Stato di Michoacan stanno combattendo contro il cartello del narcotraffico dei templari. Sono agricoltori impoveriti e stremati dalle estorsioni e dagli omicidi. <br /><br />Fino a ieri il governo aveva tollerato questi gruppi di autodifesa. Ma dopo l’invio dell’esercito e la nomina di un commissario alla sicurezza, il Presidente messicano, Enrique Pena Nieto, chiede alle milizie di farsi da parte.<br /><br />Ai vigilantes, però, non basta. L’omicidio di due di loro, inoltre, ha scatenato le accuse di corruzione contro l’esercito e ora chiedono alla polizia di uccidere i capi dei cartelli, piuttosto che arrestarli:<br /><br />“La lotta andrà avanti e da ora con più determinazione, perché hanno ucciso un nostro compagno – spiega una donna, membro delle milizie di autodifesa – I soldati del 51esimo battaglione l’hanno ucciso da codardi. Sono stati pagati da el Chayo, il leader dei templari”.<br /><br />I due contadini ammazzati sono le due ultime vittime di una guerra che ha provocato oltre 80mila morti in 7 anni. A Michoacan, come in altre regioni del Messico, anche la polizia deve superare posti di blocco allestiti da gruppi armati.