E’ un traguardo targato soprattutto Italia la prima mano bionica “sensibile”: protesi artificiale, che oltre a muoversi, rispondendo agli impulsi del cervello, è in grado di restituire al paziente anche sensazioni analoghe al tatto. <br /><br />Ora consacrato dalla pubblicazione sulla rivista “Science Translational Medicine”, il progetto coordinato dal Politecnico di Losanna vanta la partecipazione dei romani Policlinico Gemelli, Campus Biomedico e San Raffaele e della Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa. <br /><br />“Questa mano si avvale di una serie di sensori, collegati ai tendini di ogni dito, che ci permettono di rilevare l’intensità della forza esercitata dal paziente quando afferra un oggetto – spiega Silvestro Micera, coordinatore del progetto e docente di biorobotica alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e a Losanna – . Queste informazioni vengono poi utilizzate per inviare precisi stimoli al sistema nervoso, al fine di restituirgli le informazioni sensoriali relative al tatto”. <br /><br />L’impianto della protesi per l’avvio della fase sperimentale era avvenuto a Roma nel gennaio dello scorso anno. <br /><br />Poi otto giorni di test in cui gli elettrodi intraneurali impiantati nel braccio del paziente hanno dimostrato di restituirgli sensibilità e misura nel dosaggio della forza.<br /><br />“La prima volta che me l’hanno fatta testare è stato incredibile – racconta il danese Dennis Aabo Sorensen -. Mi ha permesso di riscoprire se nsazioni che avevo dimenticato da anni. All’improvviso ho potuto di nuovo ‘percepire’ la materia che mi circonda: gli oggetti soffici, quelli più compatti… E’ davvero straordinario”.<br /><br />Tra le firme di questo vittorioso braccio di ferro anche quella, in veste di ricercatrice, dell’attuale Ministro della salute Maria Chiara Carrozza.