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Barbarella, Venere e le tribù amazzoniche. In viaggio con la moda di Parigi

2014-03-04 123 Dailymotion

Si apre sotto il segno della stella spagnola della danza Blanca Li, la sfilata di Jean Paul Gaultier alla settimana della moda di Parigi. <br /><br />Creste punk e linee rigide, sposate a trasparenze e tessuti argentati la grammatica adottata dallo stilista francese per la sua collezione prêt-à-porter autunno-inverno. <br /><br />Linee ed abiti pensati da Gaultier per far viaggiare la fantasia molto lontano. <br /><br />“E’ stato come fare una spedizione su Venere – dice lo stilista -. Mi sono lasciato ispirare dal film ‘Gravity’ e dal fatto che in molti sognano di andare su un altro pianeta. E’ da tutto questo che ha preso corpo la mia collezione. Un viaggio in un universo fantastico”.<br /><br />Brit punk e viaggi in galassie lontane, per sottolineare il cui senso di straniamento Gaultier ha scelto una location d’eccezione: i sotterranei della storica sede del Partito Comunista francese, ridisegnati a Parigi dal tocco di Oscar Niemayer. <br /><br />E’ poi un urban wear sofisticato e declinato in una scala di grigi con squarci di bianco, quello di cui Viktor e Rolf vestono i loro modelli. <br /><br />Anche i colori si ritagliano poi il loro spazio in passerella, grazie al menage à trois fra lunghezze asimmetriche, jersey e knitwear che il duo olandese abbiglia di uno sfoggio di lane, velluti e cachemire. <br /><br />I riflettori si accendono poi su Christophe Guillarmé: stilista di Antibes classe ’77, che per la sua prima volta alla Settimana di Parigi ha pescato a piene mani in suggestioni retrò dei sempreverdi anni ’60 e ’70. Make-up e capigliature, i tocchi con cui la sua nuova collezione prêt-à-porter incornicia i modelli, che Guillarmé ha ispirato a vere e proprie opere d’arte. <br /><br />“Questa volta mi rifaccio in qualche modo all’optical art – ci dice -. Volevo dare spazio ad elementi più propriamente grafici, contrasti spiccati, colori forti… Anche se è vero che avevo voglia di giocare molto con i volumi e gli elementi grafici”. <br /><br />Linee semplici e geometrie sottolineate da cuciture e accessori, gli elementi che Guillarmé declina poi anche in chiave policroma, arricchendole di elementi grafici.<br /><br />“Ecco, questo è per esempio lo spirito un po’ più geometrico della mia collezione – ci dice, mostrandoci un abito -. Resta questo tocco un po’ retro, ma con suggestioni da ‘Barbarella’ che rimandano in qualche modo alla fine degli anni Settanta”. <br /><br />E proprio nel solco della Barbarella che consacrò Jane Fonda a sex symbol, Guillarmé veste la sua donna da diva. <br />Dive che con i suoi colorati strascichi lo stilista continua peraltro a vestire, in un accavallamento fra moda e cinema, sogno e realtà, anche sulla passerella della Croisette. <br /><br />Capigliature a dir poco creative, trucco tribale e cilindri da lord inglese, il biglietto da visita su cui Vivianne Westwood imprime poi l’inconfondibile marchio della sua eccentricità. <br /><br />Inedito sodalizio che ispira la stilista britannica è quello fra il rigore ottocentesco del padre della haute-couture Charles Worth e la forza primordiale del colore, suggeritole dalla tribù Ashaninka, che popola le foreste a cavallo fra Brasile e Perù.<br /><br />“E’ una commistione di suggestioni che provengono dal loro gusto per i gioielli e da lontane eco della foresta – spiega Vivianne Westwood -. Queste tribù si sono battute a lungo per difenderla ed è da questo che provengono i rimandi militari e i verdi scuri della collezione”.

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