Entusiasmo, ma anche qualche divisione, in Crimea, in vista del referendum sull’adesione alla Russia.<br /><br />In questa regione ucraina Mosca non è vista con la stessa ostilità che a Kiev. Anche in nome del comune passato nel quadro dell’Urss.<br /><br />“E’ la base della nostra vita, siamo parte dell’Unione sovietica. La politica russa è più vicina a quella ideologia che abbiamo condiviso”.<br /><br />“A Liev sono fascisti, accusano Yanukovic di tutte le vittime della rivolta. Ma sono stati tutti uccisi dai cecchini dell’estrema destra”.<br /><br />Più sparuto il fronte antirusso, che punta al boicottaggio e denuncia un clima di intimidazione di cui sarebbero responsabili i militanti pro-indipendenza.<br /><br />“Ci ritroviamo qui, tutti coloro che non accettano nessuna intrusione militare russa, che non accettano illegalità come questo referendum, promosso senza alcun fondamento legale”.<br /><br />“Se la consultazione fosse promossa in modo corretto, con osservatori stranieri e senza frodi, allora io parteciperei”.<br /><br />Per i legami storici con la Russia, in Crimea continuano a pesare più delle posizioni politiche, le appartenenze etniche. Le popolazioni russofone sostengono il referendum. Contrari gli ucrainofoni e i tatari, che qui sono due minoranze.