La zona morta di Nicosia rimane il simbolo della divisione di Cipro. L’area-cuscinetto pattugliata dai caschi blu è disabitata da 40 anni e il tempo sembra essersi fermato.<br /><br />Anche le trattative sono rimaste bloccate a lungo. Un primo tentativo di riunificazione è fallito nel 2004 e i negoziati, interrotti nel 2012, sono ripresi da febbraio sotto l’egida dell’ONU e con l’appoggio degli Stati Uniti.<br /><br />I due leader, Anastasiades ed Eroglu, si sono ritrovati la settimana scorsa per esaminare le rispettive posizioni prima di discutere le questioni nel dettaglio.<br /><br />“In questa fase sono state presentate le posizioni di entrambe le parti” sottolinea Nicosa Anstasiades, “quindi non è possibile aspettarsi progressi. Ma il fatto che abbiamo ricominciato a dialogare è già un progresso.”<br /><br />C‘è una località che rappresenta il dialogo e la convivenza pacifica. A Pyla il sindaco è greco-cipriota e il vicesindaco, Nejdet Enver, è turco.<br /><br />“È giusto ammettere che qualche volta abbiamo avuto alti e bassi” precisa Enver. “Ma i cittadini e i leader di entrambe le comunità sono riusciti ad essere razionali e a mantenere un’atmosfera positiva nel villaggio.”<br /><br />Cipro è divisa in due dal luglio 1974, quando il Nord fu invaso dalla Turchia, in risposta a un colpo di Stato realizzato da nazionalisti greco-ciprioti che intendevano riunire l’isola alla Grecia.