Le celebrazioni della Pasqua ortodossa, a Kiev, si tingono quest’anno di una particolare solennità: gli ultimi mesi sono stati segnati da duri scontri nella capitale ucraina e la città emerge da questa fase difficile con un forte desiderio di voltare pagina, senza dimenticare tuttavia il sacrificio dei tanti che hanno sfidato il potere del deposto presidente Yanukovich. <br /><br />“Prego per le persone che sono state uccise”, afferma una fedele, aggiungendo: “oggi andrò a Maidan a offrire alla gente una torta e delle uova. Auguro a tutti felicità e salute, e al mio Paese un periodo di benessere”.<br /><br />“Chiedo al signore di fare in modo che tutto finisca bene – afferma un’altra donna – vorrei che tutto ciò per cui abbiamo lottato stando a Maidan, tutto ciò che abbiamo chiesto, possa un giorno materializzarsi”.<br /><br />La cattedrale di San Michele, nel centro di Kiev, è la stessa che accolse i manifestanti cacciati da Piazza dell’Indipendenza dopo il primo violento sgombero del 30 novembre scorso. Ed è sempre qui che, durante gli scontri di febbraio, i feriti ricevettero le prime cure mediche.<br /><br />La nostra corrispondente a Kiev, Maria Korenyuk, dice che “quella che gli ortodossi considerano come la più importante festività religiosa dell’anno è diventata l’occasione per pregare e riflettere. La gente non si augura soltanto felicità, ma anche e soprattutto la pace e l’integrità del Paese”.
