Visitaci su http://www.calciomercato.com/ 'Purtroppo non potevamo tener conto di alcuni infortuni per cause di forza maggiore avvenute a livello traumatico, e delle squalifiche. Avrei voluto giocare con la squadra al completo, sicuramente sarebbero arrivati dei risultati diversi'. Con queste parole Lotito si esenta da ogni responsabilità su quella che è stata la condotta della Lazio nel girone di ritorno. Ma nessuno di questi aspetti rappresenta il famosissimo 'imponderabile' spesso citato dal presidente della società biancoceleste.<br /><br />Ogni squadra in una stagione, dalla serie A alla Terza categoria, deve far fronte a squalifiche ed infortuni, specialmente se i giocatori in rosa sono avanti con l'età o soggetti ad infortuni, come ad esempio Konko ed Ederson, calciatori che al 100% e per una stagione intera sarebbero titolari ovunque ma che sono 'castrati' da una condizione fisica a volte precaria. L'esempio dell'Inter, avversario di questa sera, è lampante: la squadra nerazzurra infatti ha visto pian piano fermarsi tutti i suoi giocatori migliori, ed è crollata. Lo stesso vale per altre squadre, compresa la Lazio, che aveva anche una soluzione diversa per sopperire a certe eventualità: reintegrare i fuori rosa o fare mercato a gennaio. Il top sarebbe stato fare entrambe le cose, e invece...<br /><br /> <br /><br />La 'sindrome di Fonzie' che ha colpito Lotito è ormai da tempo una delle sue peculiarità caratteriali. Quel non riuscire a dire 'Scusate, ho sbagliato' lo rende agli occhi di tutti poco credibile sotto alcuni aspetti, e sotto altri poco umile. Addurre come motivazione degli scarsi risultati del girone di ritorno la sfortuna per gli infortuni o per le squalifiche non rispecchia la realtà dei fatti. La Lazio infatti con un mercato oculato e senza spendere decine di milioni di euro avrebbe potuto rinforzare la rosa di Petkovic e avrebbe fatto più punti in campionato.