Dopo che i separatisti dell’est hanno definito ‘ tatticismo’ e dunque respinto l’offerta di tregua unilaterale proposta da Kiev e in attesa di conoscere il piano di pace messo a punto dalla presidenza, e che verà svelato domani, all’est gli scontri continuano. <br /><br />Operazioni dell’esercito regolare ucraino sono in corso a Skhidne, a nord-est di Sloviansk e a Krasni Liman. <br /><br />Per il momento l’unico bilancio ufficiale delle violenze viene dal ministero della difesa ucraino e concerne solo i soldati. Si parla di quasi 150 morti e circa 260 feriti. <br /><br />Non si sa nulla di preciso, invece, riguardo alle vittime fra i filo-russi o fra i civili. Da qui la preoccupazione dell’Alto commissariato onu per i rifugiati. A Ginevra, Gianni Magazzeni dirige l’ufficio per le Americhe, l’Europa e l’Asia centrale: <br /><br />“Questa situazione si traduce in molteplici sfide per la difesa dei diritti umani di coloro che rimangono intrappolati in mezzo al fuoco incrociato. I problemi sono anche dovuti al fatto che queste sono diventate zone di illegalità. In caso di violenze, rapimenti, arresti arbitrari o anche torture o esecuzioni, i cittadini non hanno più alcuna protezione”. <br /><br />A Kiev, intanto, il presidente Petro Poroshenko porta avanti il rinnovamento delle istanze istituzionali. <br /><br />Il cambio della guardia più clamoroso, e appena approvato dal Parlamento, è quello al ministero degli esteri, dove Andriy Deshchytsia ha lasciato il posto a Pavlo Klimkin, già negoziatore con i russi. <br /><br />Ci sono anche un nuovo ministro della difesa, un responsabile dei servizi segreti, un procuratore generale e un governatore della Banca centrale, tutti nominati da Poroshenko.