A Mosca, amici, colleghi e semplici cittadini hanno reso omaggio a Igor Kornelyuk e a Anton Voloshin, il giornalista e il tecnico del suono della televisione di stato russa uccisi in teatro di guerra in Ucraina orientale. <br /><br />Durante la cerimonia è stato esposto solo il feretro di Kornelyuk, in quanto i familiari di Voloshin hanno chiesto un’ulteriore autopsia e dunque i suoi funerali verranno celebrati nei prossimi giorni. <br /><br />Evgeny Revenko, vice-direttore della radio-televisione di stato russa ha detto, tra l’altro:<br /><br />“Bisogna avere forza d’animo e coraggio ed amare la propria professione, per recarsi in luoghi così terrificanti, dove si sa che le persone vengono uccise.”<br /><br />In fila per dare l’estremo saluto ai primi due giornalisti russi morti in Ucraina, anche una vecchia volpe della politica russa, l’ultranazionalista Vladimir Jirinovsky, che rappresenta appena il 10% dell’elettorato, ma non perde un’occasione per occupare lo spazio mediatico con una dichiarazione shock: <br /><br />“Dovremmo dichiarare un ultimatum a Kiev: per ogni giornalista ammazzato dovremmo uccidere un’intera compagnia della Guardia Nazionale o di qualsiasi altro corpo d’armata che operi in Ucraina per conto di Kiev. Dovremmo uccidere un intera azienda.”<br /><br />I due inviati di Rossiya 24 sono rimasti vittima di un attacco a colpi di mortaio nei dintorni di Lughansk il diciassette giugno scorso. Il ventiquattro maggio il fotoreporter italiano Andy Rocchelli e il suo traduttore russo erano rimasti uccisi in circostanze analoghe nell’est dell’Ucraina.