I ministri kurdi del governo iracheno boicotteranno le trattative per la formazione del nuovo esecutivo.<br /><br />E’ la prima reazione alle accuse del premier al-Maliki, secondo il quale in Kurdistan avrebbero trovato riufugio numerosi terroristi jihadisti.<br /><br />Le affermazioni del capo del governo hanno scatenato aspre reazioni, anche fuori dal Kurdistan, sollevando più di qualche perplessità.<br /><br />“In sostanza, le accuse del primo ministro alla regione autonoma del Kurdistan divrebbero essere basate su fatti e su prove. Invece nessuno può confermare queste accuse senza che ci sia una netta evidenza”, spiega Subhi al-Badri, giornalista.<br /><br />A maggior ragione in Kurdistan, le accuse di al-Maliki sono accolte con fastidio. Un portavoce del governo autonomo regionale spiega il perché.<br /><br />“Per i kurdi la cosa è grave, perché proprio al-Maliki aveva trovato protezione nel Kurdistan quando si opponeva al vecchio regime, e ora accusa coloro che prima lo hanno protetto”.<br /><br />Le tensioni polemiche di questi giorni si accompagnano all’annunciata intenzione dei kurdi di indire un referendum sull’indipendenza, uno scenario visto con molta ostilità dal governo di Baghdad.
