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UNESCO e la difesa dei beni culturali in caso di guerre

2014-07-18 4 Dailymotion

Domana di Paul, da Parigi:<br /><br />Visto l’intensificarsi delle violenze in Medio oriente, come possiamo proteggere i beni culturale da razzie e distruzione?<br /><br />Risponde Nada Al Hassan, direttrice dell’Unità Stati Arabi del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO<br /><br />“La prevenzione fa parte del nostro lavoro quotidiano.<br /> L’UNESCO opera attraverso varie convenzioni internazionali, come quella dell’Aja sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, la convenzione contro il traffico illecito di beni culturali e la Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità.<br /><br />Grazie alla stretta collaborazione con l’Interpol o l’Organizzazione Mondiale delle Dogane, e anche le varie case d’asta del mondo, è possibile operare attivamente per prevenire il traffico illegale di oggetti culturali ed è facile agire perché questo traffico avviene alle frontiere e sui mercati internazionali.<br /><br />Di contro, è molto difficile proteggere beni culturali nei luoghi in cui sono in corso conflitti. Di solito interveniamo successivamente, durante la fase di ricostruzione.<br /><br />In Mali stiamo già ricostruendo le moschee di Timbuktu. A Bamiyan in Afghanistan stiamo lavorando al consolidamento delle nicchie nelle quali si trovavano i budda che sono stati distrutti. E stiamo restaurando tutte le caverne dipinte ed il sito archeologico di Bamiyan<br /><br />Naturalmente le vite umane, lo stato di rifugiati, la violenza e i tentativi di pace sono la priorità nelle regioni dove ci sono conflitti armati.<br /><br />Noi pensiamo che non solo dobbiamo trasferire il nostro patrimonio culturale alle generazioni future ma anche preservarlo come garanzia di coesione sociale e come fondamento per la ricostruzione di paesi distrutti dalla guerra.<br /><br />Se anche voi volete fare una domanda, potete cliccare qui sotto:

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