L’esercito siriano ha reagito con pesanti<br />bombardamenti alla presa dell’aeroporto di Tabqa da parte dei miliziani dello Stato Islamico. <br /><br />Negli scontri per il controllo della base aerea, durati ben sei giorni, avrebbero perso la vita almeno 500 persone, fra cui 170 soldati. <br /><br />Lo scalo del governatorato di Raqqa, nel nord del Paese, rappresentava l’ultima sacca di resistenza dell’esercito regolare contro gli islamisti. <br /><br />Intanto non si è fatta attendere a lungo la reazione ufficiale di Damasco alla possibilità di un’azione militare condotta da Stati Uniti e altre potenze occidentali in territorio siriano. Il ministro degli Esteri Walid al-Moualem ha chiarito che eventuali raid aerei stranieri dovranno ricevere preventivamente il nulla osta della Siria: <br /><br />“Per prima cosa voglio dire che promuoviamo la cooperazione e la coordinazione con chiunque. L’obiettivo è prevenire qualsiasi aggressione contro la Siria. Secondo: vogliamo prevenire qualsiasi incomprensione perché noi abbiamo la nostra forza aerea e vogliamo evitare qualsiasi azione indipendente dalla nostra coordinazione”. <br /><br />Walid al-Moualem ha aggiunto che il blitz per liberare il giornalista statunitense James Foley, ucciso poi dall’IS, non sarebbe fallito se Damasco e Washington avessero collaborato.
