La notizia della liberazione del giornalista americano Peter Theo Curtis, tenuto prigioniero per due anni in Siria da un gruppo legato ad al Qaeda, ridà speranza sulla sorte di chi è ancora detenuto dagli estremisti islamici, dopo lo choc della decapitazione di James Foley.<br />La liberazione è avvenuta con l’intermediazione del governo del Qatar, peraltro accusato di finanziare i gruppi islamici più sanguinari.<br />“La prima cosa che ho fatto, prim’ancora di dare a mia figlia la notizia della liberazione – racconta la madre Nancy – è stata inviare una mail alla madre di James Foley, Diane. Abbiamo sopportato tutto questo insieme e non volevo che lo sapesse prima dalle televisioni.<br />Ora potrò abbracciare mio figlio e probabilmente piangerò”.
