È da una posizione di forza, quella militare, che il presidente russo Putin si è espresso sul conflitto nell’est dell’Ucraina. Tanto che nel suo intervento detta le condizioni per la fine delle ostilità. <br /><br />“Occorrono urgenti negoziati che non affrontino solo gli aspetti tecnici – ha sottolineato il leader del Cremlino parlando alla Tv russa – ma anche relativi all’organizzazione politica della società e del modello di Stato nel sud-est dell’Ucraina, al fine di tutelare gli interessi legittimi delle persone che vi vivono”.<br /><br />Parole misurate quelle di Putin, ma che arrivano dopo un’ esplicita allusione alla necessità di uno stato indipendente nell’est dell’Ucraina, poi prontamente corrette dal suo staff. <br /><br />Mosca decide quindi di uscire allo scoperto forse anche in seguito all’azione del presidente ucraino Petro Poroshenko che a Bruxelles ha chiesto aiuto ai leader europei contro quella che ha definito “un’aggressione”. <br /><br />Gli echi di guerra si sono trasformati in conflitto dopo l’incursione delle truppe russe nelle regioni dell’Ucraina orientale.<br /><br />“La situazione sta peggiorando – ha ammesso la presidente lituana, Dalia Grybauskaite – La Russia è coinvolta direttamente ed è in stato di guerra contro l’Ucraina. <br />È contro un paese che vorrebbe essere più vicino all’Europa, quindi significa che la Russia è praticamente in guerra contro l’Europa”.<br /><br />I dirigenti europei hanno concesso a Mosca una settimana di tempo per tornare sui propri passi. Pena un nuovo inasprimento delle sanzioni. Intanto lunedì si terrà a Minsk la riunione del “gruppo di contatto” con delegati di Kiev, Mosca e dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.