L’embargo russo, si sa, sta creando problemi ai produttori di diversi Paesi europei, spesso anche per l’effetto domino. La coltivazione delle mele in Ungheria ne è un esempio concreto, in un anno paradossalmente proficuo dal punto di vista della produzione. <br /><br />Gli agricoltori ungheresi che vendono in Russia non sono tanti. Sono parecchi, invece, quelli polacchi, che non potendo esportare, stanno riversando notevoli quantità sui mercati europei, rubandone importanti fette. <br /><br />“Chi al momento non ha nulla da parte, e per nulla intendo soldi – dice un produttore di Nyírmada -, o non ha iniziato la procedura per ottenere dei crediti dalle banche, può trovarsi in una situazione preoccupante” – dice un agricoltore – che parla di un crollo del cinquanta percento dei guadagni, con il prezzo delle mele da mangiare dimezzato, e quello delle mele da succo tornato ai livelli di venti anni fa. <br /><br />O si posseggono celle adeguate a conservare la frutta, o si chiude. “Se consideriamo l’intera economia ungherese – dice la corrispondente di euronews Andrea Hajagos -, probabilmente l’embargo russo non avrà un impatto insostenibile, tuttavia è possibile che alcune persone che dipendono dall’agricoltura debbano chiudere le proprie aziende”.