L’avanzata del sì all’indipendenza scozzese, nei sondaggi, spinge Londra a fare concessioni per impedire la separazione. Martedì il governo conservatore, appoggiato dai laburisti dovrebbe annunciare un piano per il trasferimento di alcuni poteri a Edimburgo. <br /><br />A dieci giorni dal referendum la scelta indipendentista, promossa dal partito nazionale scozzese è data per la prima volta maggioritaria.<br /><br />Nicola Sturgeon, vice-premier Scozia:<br />“Se il popolo scozzese vuole poteri significativi a difesa dei servizi pubblici, per la creazione di lavoro, se vuole essere sicuro di non ritrovarsi con governi Tory che non ha scelto, per quest’obiettivo deve votare sì”.<br /><br />Il leader della campagna per il no, l’ex ministro delle Finanze Alistair Darling, ha invitato a considerare con distacco i sondaggi e ha affermato di volere un parlamento scozzese con maggiori poteri. <br /><br />Alistair Darling:<br />“Questa decisione è per sempre. Se si sceglie l’indipendenza, non si torna indietro. Visto che nei prossimi dieci giorni la gente si concentrerà sui temi in ballo, sono sempre più sicuro che vinceremo”. <br /><br />Per il governo conservatore, la perdita della Scozia, dopo 300 anni di storia comune, potrebbe significare elezioni anticipate. E il partito laburista dal canto suo perderebbe elettori, visto che la nazione è tradizionalmente a sinistra. <br />Il piano annunciato dal governo britannico per la Scozia è stato definito dal primo ministro scozzese Alex Salmond, leader storico del partito nazionale, un tentativo di comprare il popolo scozzese.
