Non esite un ‘piano B’, perché non esiste un ‘Pianeta B’. Con questo avvertimento si apre a New York il vertice Onu sui cambiamenti climatici alla presenza – nonostante defezioni pesanti – di 120 capi di Stato e di governo. Mai prima d’ora, tanti leader mondiali si erano riuniti per parlare di ambiente.<br /><br />L’incontro è stato anticipato da una mobilitazione di massa senza precedenti per chiedere un’inversione di tendenza, dopo un’estate che ha registrato temperature superiori di 0,7 gradi alla media del XX secolo. <br /><br />L’Unione europea lavora a un accordo quadro giuridicamente vincolante che punti alla ri duzione di almeno il 40% delle emissioni inquinanti entro il 2030.<br /><br />Promotore dell’iniziativa, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, lancia un messaggio dai microfoni di euronews: “Bisogna agire ora. Se non lo facciamo adesso, in futuro pagheremo conseguenze maggiori – spiega Ban Ki-moon – Dobbiamo lasciare alle generazioni future un pianeta sano dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Il mondo è nostro e delle prossime generazioni. Abbiamo una responsabilità morale e politica”. <br /><br />L’ambizione di Barack Obama, dopo il fallimento della conferenza di Copenaghen di 5 anni fa, è quella di raggiungere un accordo globale di riduzione delle emissioni alla grande conferenza di Parigi, in programma nel 2015. L’obiettivo minimo è arrivare a un riscaldamento globale superiore di soli 2 gradi rispetto all’età pre-industriale. Un traguardo difficile da raggiungere stando alle ultime cifre:<br /><br />L’ultima relazione pubblicata dal Global Carbon Project, stima che le emissioni di gas a effetto serra aumeteranno ancora del 2,5% nel 2014, raggiungendo la quantità record di 37 miliardi di tonnellate in tutto il mondo.<br /><br />Di questo passo, nel giro di 30 anni l’umanità avrà superato il limite di emissioni di CO2 per poter contenere entro i 2 gradi il processo di riscaldamento planetario.<br /><br />“Il segnale più preoccupante è che i leader delle 3 tra le 4 nazioni più inquinanti – Cina, India e Russia – non partecipano al vertice sul clima”, conclude l’inviata di euronews a New York, Isabelle Kumar.