Suruç, Turchia meridionale. Sono oltre 150mila i rifugiati curdi giunti fin qui dalla Siria.<br /><br /> In un ex centro culturale, alcune associazioni forniscono assistenza medico-sanitaria ai nuovi arrivati: in prevalenza donne e bambini stremati dal viaggio, ma anche uomini feriti negli scontri con gli jihadisti dello Stato Islamico. <br /><br /> Il personale è composto da 70 volontari, come Ahmet Aslan, che lamenta la carenza di medicinali e di strumenti per il primo soccorso. “Cerchiamo di intervenire come meglio possiamo – spiega – ma è difficile assistere i feriti in queste condizioni”.<br /><br /> Duecentocinquanta i pazienti che si presentano ogni giorno: molti bambini sono denutriti e gli adulti soffrono di disfunzioni del sistema immunitario.<br /><br /> “Abbiamo chiesto alle farmacie e agli ospedali di aiutarci”, afferma Şehmuz, un altro volontario. Spiega che, oltre ai medicinali, è anche lo spazio a essere razionato: “i posti letto non bastano per tutti, molti sono costretti a dormire all’aperto. Servono lenzuola e cuscini per i bambini, un luogo caldo in cui possano riposare. Tutto questo – aggiunge – lo facciamo per spirito umanitario”. <br /><br /> Molti degli uomini restano il tempo sufficente per una sutura, poi ritornano in Siria per combattere.<br /><br /> L’inviato di euronews, Bora Bayraktar, dice che “questi rifugiati sono reduci da un viaggio difficile, costretti a restare insieme nonostante il rischio di contrarre malattie. Dopo la minaccia jihadista che li ha spinti ad abbandonare le loro case, ora devono affrontare innumerevoli problemi di salute”.