È una corsa senza freni quella della moneta russa, che questo lunedì ha aggiornato i minimi storici superando la soglia psicologica dei 40 rubli per dollaro. Discorso non migliore per quel che riguarda il confronto con il paniere che ricomprende anche l’euro. <br /><br />Oltre alla grande richiesta di dollari da parte del settore privato seguita alle sanzioni occidentali, Mosca deve ora fare i conti con le conseguenze dei forti ribassi dei prezzi del petrolio.<br /><br />“Tutti questi indebolimenti molto significativi del rublo erano per la maggior parte legati alle sanzioni, alle preoccupazioni sugli effetti negativi per l’economia russa e per la capacità delle aziende di ripagare i propri debiti”, spiega Dmitry Polevoy, economista di ING. <br /><br />“Ora, però, il problema delle sanzioni si è in qualche modo attenuato e il successivo tema a finire sotto i riflettori dei mercati è il calo dei prezzi del greggio”, conclude. <br /><br />I ribassi hanno richiesto intervento della banca centrale russa, la quale sempre lunedì ha alzato la forchetta-target di 10 centesimi di rublo dopo aver attinto ancora una volta alle ricche riserve di valuta estera.<br /><br />Il calo del prezzo del greggio (su cui la Russia fa grande affidamento per finanziarsi) insieme alle preoccupazioni per la crescita economica e per i capitali in fuga lascia immaginare agli analisti ulteriori cali.