Informare serve. In Liberia la diffusione di ebola è in calo. Anche se la crisi non è terminata, il Paese più colpito dal virus sta dimostrando di saper reagire in modo efficace all’epidemia.<br /><br />Gli ultimi numeri dell’Oms parlano di quasi 14mila contagi, 3mila in più del dato precedente di sabato scorso, ma non è una contraddizione. L’improvviso aumento è dovuto soprattutto a ritardi nelle comunicazioni e negli aggiornamenti più che a nuovi casi registrati. <br /><br />I decessi sono invece pressoché invariati a quota 4.920. Nell’ultimo periodo, il tasso di mortalità complessivo della malattia è prossimo al 70%. A oggi sono solo 10 i decessi registrati al di fuori dei tre Paesi più colpiti, ossia Liberia, Sierra Leone e Guinea.<br /><br />Merito del successo soprattutto per la campagna informativa rivolta a tutta la popolazione, che avrebbe aiutato a ridurre in modo drastico i comportamenti a rischio come i riti funebri collettivi.<br /><br />Il lavoro informativo dei sanitari è riuscito a penetrare in un mondo estremamente legato a tradizioni ancestrali come quella di lavare i morti a mani nude. Un gesto che aveva contribuito alla trasmissione del virus assieme allo stigma sociale dei malati. Molte persone sono arrivate a fuggire dagli ospedali. <br /><br />Questo assieme a una preparazione più approfondita del personale medico locale ha contribuito a invertire la curva epidemica. <br /><br />I soldati che rientrano dai paesi contaminati restano in quarantena mentre è arrivata in Liberia la nave della marina britannica con a bordo aiuti e decine di medici che dovrebbero dare un po’ di respiro alle esauste strutture liberiane.
