L’ebola ora in Liberia fa un po’ meno paura. Il Paese più colpito dall’epidemia vede ora diminuire i nuovi casi.<br /><br />Tanto da convincere le autorità a non rinnovare lo stato d’emergenza. Resterà in vigore, invece, il coprifuoco notturno. E la presidente Ellen Johnson Sirleaf invita a non abbassare la guardia.<br /><br />“I focolai – ha detto – stanno scoppiando nelle aree rurali e tanti nostri connazionali stanno ancora morendo di ebola. Inoltre, sappiamo che la Liberia non può essere dichiarata libera dall’Ebola finché non lo saranno anche tutti i nostri vicini”.<br /><br />In Liberia si sono registrate oltre 2.800 delle 5.160 morti causate dall’ebola. Le confinanti Guinea e Sierra Leone sono tra le altre nazioni più colpite. I casi registrati hanno convinto il Mali a rinforzare le misure per contenere il contagio, ma non verranno chiuse le frontiere.<br /><br />Migliora, invece, la situazione in Guinea, grazie soprattutto all’opera dei sei centri di Medici senza frontiere nel Paese.<br /><br />Aumentano, per contro, i casi di contagio in Sierra Leone. Tra il 2 e il 9 novembre ne sono stati registrati 421, principalmente nella parte settentrionale e orientale del Paese. I casi di febbre emorragica aumentano rapidamente anche nella capitale Freetown.