In Tunisia si profila il ballottaggio per scegliere il presidente della prima tornata elettorale dopo la caduta di Ben Ali. Le urne di domenica, stando ai primi dati, non hanno conferito a nessuno dei candidati la maggioranza assoluta per evitare il secondo turno. La sfida dovrebbe essere fra il leader del partito laico ‘‘Nidaa Tounes’‘, Beji Caid Essebsi, e il presidente uscente Moncef Marzouki del partito ‘‘Congresso per la repubblica’‘ (Cpr). <br /><br />“Beji Caid Essebsi, secondo i risultati preliminari dello spoglio, è in testa con uno stacco significativo dal secondo candidato. Ringraziamo il popolo tunisino per la fiducia”, dice Mohsen Marzouk di Nidaa Tounes.<br /><br />Contestazioni, invece, dallo staff di Marzouki che ritiene che sia l’attuale presidente ad avere la maggioranza relativa. Martedì ci saranno i risultati definitivi, se i dati degli exit poll saranno confermati le urne si apriranno di nuovo il 28 dicembre. <br /><br />Un voto che rappresenta una tappa importante del percorso di transizione verso la democrazia avviato dopo la ‘‘Rivoluzione dei gelsomini’‘. “Nel mondo arabo si guarda alla Tunisia come a un laboratorio. Le elezioni e la democrazia sono possibili in un Paese islamico, non sono un mito ma una realtà raggiungibile”, spiega l’analista tunisino Hammadi Rdissi.<br /><br />L’imponente sistema di sicurezza ha permesso che le operazioni di voto di domenica si svolgessero in modo tranquillo. Affluenza al 64,4%, più bassa rispetto alle legislative del 26 ottobre.
