Trenta anni dopo il disastro chimico di Bhopal, in India, i superstiti e gli eredi delle vittime continuano a chiedere giustizia.<br /><br /> Più di 25.000 persone morirono per il gas tossico rilasciato dallo stabilimento della Union Carbide, una multinazionale statunitense, mentre almeno 150.000 ancora ne soffrono le conseguenze.<br /><br /> “Se i responsabili del disastro continuo di Bhopal riconoscono e accettano il loro ruolo in questa enorme sofferenza collettiva, e se correggono il loro comportamento, allora forse sarà possibile che il disastro si concluda nel corso del quarto decennio”.<br /><br /> Alle prime ore del 3 dicembre del 1984, almeno 40 tonnellate di isocianato di metile, un gas altamente nocivo sfuggì dall’impianto.<br /><br /> “C’era una sensazione di bruciato agli occhi… il fumo agiva come se qualcuno ci avesse messo del peperoncino negli occhi… Non si respirava, avevamo mani e piedi che bruciavano… e intorno c’era un grande disordine…”<br /><br /> La catastrofe di Bhopal, il peggiore incidente chimico della storia, è anche al centro di un film, Una preghiera perchè piova, che uscirà venerdi nelle sale indiane dopo essere stato presentato un mese fa a New York.
