Uniti in nome delle patatine fritte. In Belgio lo “street food” più popolare sta diventando una vera e propria questione di stato. Con tanto di petizioni per far sì che le cosiddette “belgian fries” diventino patrimonio culturale dell’Unesco. O meglio patrimonio culinario che va oltre le divisioni politiche e sociali di cui soffre il Paese. Perchè, colestorolo e grasso a parte, le patatine sono una vera istituzione. <br /><br /> “Questa è una moda che condividiamo tra noi valloni, fiamminghi e minoranza tedesca: il cono di patatine fritte, è una cultura. E poi sono buone, è un modo di gustare la vita, uno stile alla belga”, dice Bernard Lefevre Presidente Nazionale di UNAFRI. <br /><br /> Senza contare che il Belgio rivendica la paternità della ricetta delle patatine fritte. Una ricetta che risale alla fine del ’700 e che non ha mai smesso di conquistare i palati di golosi e turisti. “Sono croccanti, dice questo ragazzo francese, ma al loro interno sono morbide, sono molto diverse dalle “french fries” che siamo abituati a mangiare.”<br /><br /> Accompagnate da maionese, ketchup o senape, le patatine fritte non faranno la felicità di salutisti e nutrizionisti; ma se consumate con moderazione fanno la felicità di grandi e piccini.