Basta con la strage dei bambini. Islamamad si raccoglie in uno “Sciopero nazionale di solidarietà” contro la strage di Peshawar. Il terzo e ultimo giorno di lutto nazionale, non è però in Pakistan solo quello del dolore. Rabbia e appelli alla forca fanno pensare che questa volta i taleban si siano messi contro il Paese. <br /><br /> Solidarity and only Solidarity we're 1<br />#NationalSolidarityRally #UnitedAgainstTaliban #MQM #Pakistan #PeshawarAttack pic.twitter.com/E5uwaoDfAV— wazarat (@wazarat1) 19 Dicembre 2014<br /> <br /><br /> La morte di oltre 130 bambini nell’attacco di martedì sembra insomma aver spinto molti a una scelta di campo. <br /><br /> “Siamo qui per protestare contro l’atroce massacro di quei bambini innocenti nella scuola di Peshawar – dice un manifestante. Condanniamo con forza quanto è accaduto”. <br /><br /> Senza appello anche la condanna che si leva da Karachi, dove i fedeli raccolti in preghiera parlano di “terroristi senza coraggio né religione”, che “professano una perversione dell’Islam”. <br /><br /> Anche giornalisti ed esperti locali parlano di svolta, ma da parte di governo ed esercito: “Il fatto che diversi militanti siano morti ancora nelle ultime ore in diverse operazioni di polizia – dice un analista – prova che questa volta c‘è la determinazione a liberare davvero il Paese da questa gente”. <br /><br /> ‘#UmarMansoor’ mastermind of #Peshawar school attack - read more: http://t.co/4uAnvjTt2h pic.twitter.com/CWsyL4L1Hy— ARY News (@ARYNEWSOFFICIAL) 19 Dicembre 2014<br /> <br /><br /> Una quarantina, secondo dati dell’esercito, i militanti uccisi in seguito a una serie di operazioni aeree e di terra. La caccia è però soprattutto a Umar Mansoor, sedicente emiro di Peshawar che, dopo esser comparso in un video, è stato additato da diversi taleban pakistani come “cervello” della strage dei bambini.