E mentre ribelli filorussi e truppe ucraine si sarebbero accordati per lo scambio di centinaia di prigionieri, forse già questo fine settimana, le telecamere di Euronews sono arrivate a Debaltsevo, in Donbas in un centro dove forze congiunte dovrebbero coordinare la tregua. <br /><br /> Alla nostra domanda se la Russia, con la presenza di propri effettivi, ammetta di avere un ruolo nella guerra, un ufficiale russo risponde: “Non siamo parte del conflitto. Semplicemente aiutiamo i soggetti in causa e le due autoproclamate repubbliche”. <br /><br /> Al centro lavorano anche rappresentanti dell’OSCE, ma l’impressione che si riceve è che la pace non sia ancora arrivata da queste parti. Soprattutto se si acoltano i racconti dei soldati ucraini: “La cosa più dura è non poter rispondere quando ti sparano addosso. Perché devi restare fedele alla tregua”, dice uno di loro. <br /><br /> Una situazione kafkiana, come spiega la nostra inviata: “La linea del fronte dista appena 200 metri. Se la tregua di Minsk fosse rispettata davvero, le armi pesanti dovrebbero essere ritirate a una distanza di 15-20 chilometri da qui”. <br /><br /> Il mancato rispetto della tregua si evince anche soltanto a osservare il panorama. La città di Debaltsevo è un luogo spettrale. Acqua potabile e elettricità arrivano a singhiozzo e gli unici esseri che si muovono nelle strade sono frotte di cani randagi. La gente invece, resta nascosta nei rifugi ad attendere che la tregua sia davvero rispettata.
