““L’uccisione del nostro pilota”:http://it.euronews.com/2015/02/03/l-isil-giustizia-il-pilota-giordano-bruciato-vivo/ è un atto di codardia da parte di un gruppo che non ha alcuna relazione con l’Islam” ha detto re Abdullah di Giordania, in visita ufficiale a Washington.<br /><br /> “Il dovere – ha aggiunto – di tutte le donne e degli uomini del nostro Paese è fare fronte alle difficoltà e ai problemi. Queste difficoltà e questi problemi che dobbiamo affrontare, ci renderanno più forti e più uniti”.<br /><br /> La barbara esecuzione ha scatenato una reazione popolare, che però non risparmia dalle critiche il re Abdullah di chi avrebbe preferito che la Giordania restasse fuori dalla lotta all’Isil.<br /><br /> “Tutta questa storia – ha affermato un uomo intervistato durante le proteste, iniziate appena è stata confermata la morte del pilota – non ci riguarda, non siamo interessati. Cosa abbiamo a che fare con la Siria? Vogliono mandare i nostri figli in Siria, qual è il nostro interesse?”<br /><br /> Mouath al Kassaesbeh, il