La sorte di Kayla Jean Mueller resta, al momento, avvolta nel mistero. I genitori della cooperante americana ostaggio in Siria dal 2013 hanno chiesto ai rapitori di contattarli in privato.<br /><br /> Nutrendo la speranza che non sia morta nel bombardamento di questo edificio da parte dell’aviazione giordana, come afferma l’Isil.<br /><br /> Fino a ieri nemmeno si sapeva il suo nome, per questioni di sicurezza. Come avviene per molti altri ostaggi statunitensi, secondo quanto ha spiegato la portavoce del dipartimento di Stato Marie Harf.<br /><br /> “Voglio spiegare con chiarezza – ha affermato – che il segretario Kerry, la nostra squadra in questo edificio e in tutti gli Stati Uniti stanno compiendo ogni sforzo per rintracciare americani tenuti in ostaggio. Stanno impiegando ogni strumento di intelligence e diplomatico. Ne sono stati trovati in oltre 50 Paesi e viene fatto di tutto per provare a riportarli a casa”.<br /><br /> L’intera comunità di Prescott, Arizona, dove la ragazza abitava, vive in uno stato di sospensione
