È un matrimonio da 64 miliardi di euro quello che sarà celebrato tra Royal Dutch Shell e il gruppo British Gas. Il primo in un settore globale dell’energia che ha visto i prezzi del petrolio sgonfiarsi della metà dalla scorso giugno. <br /><br /> Motivo per cui, per gli esperti, non sarà l’ultimo: con il greggio sotto i 70 dollari al barile gli attori più piccoli fanno fatica a mantenere i propri margini di redditività. E per i giganti come la società anglo-olandese è il momento di andare a caccia. <br /><br /> Esattamente come all’inizio degli anni duemila quando, in un’orgia di fusioni e acquisizioni, Exxon aveva comprato Mobil dando vita al leader di settore. <br /><br /> Shell, che oggi vale oltre 177 miliardi di euro, aveva messo gli occhi su BG già da tempo, attirata da operazioni in regioni promettenti come il Brasile, l’Africa dell’est e l’Australia. <br /><br /> Tra cash e azioni l’offerta valuta ogni titolo di BG circa 1,35 sterline, una proposta generosa che metterà in difficoltà altri potenziali pretendenti. <br /><br /> L
