Cominciano a parlare di quello che hanno vissuto, le donne nigeriane liberate dalla prigionia nelle mani dei radicali islamici di Boko Haram.<br /><br /> Nel campo di Yola, nel nordest del paese, una di loro parla di alcuni dei suoi carcerieri.<br /><br /> “Si lamentavano che il loro capo li aveva ingannati, spingendoli a combattere e uccidere in nome della religione. E ora gli infedeli stavano uccidendo loro. Non gli hanno dato armi, e per loro non è stato niente di buono”.<br /><br /> Destino comune a molte ragazze rapite, quello di finire sul mercato delle schiave, come racconta una sedicenne.<br /><br /> “Quello che si occupava di noi ha cominciato a farsi dare dei soldi, a venderci come oggetti. Qualcuna per fare i lavori di casa con le loro mogli. A comprare sono gli stessi combattenti di Boko Haram”.<br /><br /> Nella stessa zona, l’anno scorso, i militanti radicali avevano rapito più di 200 studentesse di un liceo, sollevando una ondata di reazioni in tutto il mondo. Secondo Amnesty International Boko Haram nel 2014 ha rapito