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Bisceglie - Molfetta: reportage su Condotta sottomarina e trivelle

2015-08-14 4 Dailymotion

http://www.videoandria.com/ Quattro i corsi principali che interessano l'area: l'emissario-depuratore fognario del Comune di Bisceglie sito in Lama di Macina, i reflui dall'emissario-depuratore fognario del Comune di Corato, che proseguono il loro percorso a cielo aperto per c.a 12 Km, tra Lama Santa Croce e Lama di Macina (formandovi il corso idrico "Le Lame"), i reflui dall'emissario-depuratore fognario dei Comuni di Terlizzi e Ruvo di Puglia (integrato e installato presso il confine sud-occidentale del territorio di Ruvo di Puglia), e gli scarichi del depuratore di Molfetta, proseguendo per condotta interrata e raggiungendo il mare aperto a Torre Calderina. <br /> <br />Un grande progetto dai costi notevoli, ma che fine farà l'area protetta? <br /> <br />"E' di 13 milioni di euro il progetto preventivato per la Condotta sottomarina che convoglierà le acque reflue di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi in questa zona, ovvero quella che si prevede essere un'area marina protetta ma che oggi è già un sito di importanza comunitaria grazie al poseidoneto San Vito, che verrà espiantato per posizionare la condotta" - afferma Titti Mastrapasqua, attivista biscegliese. <br /> <br />"Ad oggi" - prosegue Mastrapasqua nel video del reportage - "sappiamo che da progetto definitivo, questa condotta sarà lunga 3 km e 260 metri e che scaricherà qui a largo oltre 60.000 tonnellate di fogna, che ha un livello di depurazione bassissimo: presenta schiuma, solidi sospesi e chissà quanti altri inquinanti. Purtroppo questa battaglia la stiamo conducendo in solitaria noi cittadini. Gli enti competenti, sia comunali che regionali, sono tutti d'accordo alla realizzazione di questa condotta sottomarina". <br /> <br />"13 milioni di euro" - osserva Mastrapasqua - "basterebbero per adeguare tutti i depuratori coinvolti da questa canalizzazione e adeguarli al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, evitando gli scarichi a mare che invece danneggiano l'ecosistema marina e che in questo caso addirittura creeranno dei danni irreversibili al poseidoneto che invece è l'ultimo baluardo che abbiamo contro l'erosione della costa. E' evidente lo stato di degrado della Torre dovuto alla continua erosione" - Conclude Mastrapasqua. <br /> <br />Resta da chiedersi il senso di tale sforzo economico. Cosa cambierà se ad essere scaricata in mare aperto saranno comunque reflui fognari? <br /> <br />E visto che i problemi non arrivano mai da soli, verso Bari le compagnie petrolifere multinazionali potrebbero presto installare le loro stazioni grazie al decreto "Sblocca Italia" voluto dal Governo Renzi: a parte il pericolo di disastro ambientale nel caso gli idrocarburi dovessero finire in mare, il dettaglio più drammatico è l'air-gun, ovvero la tecnica utilizzata per sondare il fondale. <br /> <br />"Una non ritorno sulla contaminazione che viene prodotta con onde sonore a partire dalla superficie per la ricerca di questi idrocarburi" - spiega l'attivista biscegliese Pippo Acquaviva. "Queste onde" - prosegue Acquaviva - "sono altamente negative per il sistema uditivo dei cetacei e provocano lesioni per i pesci, in alcuni casi anche la rottura della spina dorsale. La nostra richiesta è quella di evitare la ricerca di questi idrocarburi. Le priorità per la nostra costa sono ben altre. Noi puntiamo all'aspetto turistico e alla conservazione. La ricerca degli idrocarburi nelle nostre acque non è un fattore importante per lo sviluppo" - conclude Acquaviva. <br />Cosa ne pensano gli enti locali di questi problemi? Forse dovremmo anzitutto chiederci cosa ne pensano i semplici cittadini: se le segnalazioni e le campagne di sensibilizzazione fossero più considerate, forse l'opinione pubblica reagirebbe in maniera più costruttiva verso queste problematiche.

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