Resta una scia di sangue nella prigione siriana di Damasco attaccata dalle forze ribelli che combattono contro il regime di Bashar al Assad. <br /><br /> Undici persone sono rimaste uccise dall’esplosione di un colpo di mortaio. Oltre cinquanta i feriti. L’attacco è avvenuto durante l’orario di visita dei famigliari ai detenuti: <br /><br /> “La maggior parte delle vittime – conferma Nabil Al-Ghajari, responsabile del carcere – sono donne e bambini. Erano qui per visitare i propri cari”. <br /><br /> Il fuoco ha colpito anche un’altra zona della Siria. Si tratta della città di Douma, a circa 15 chilometri a nord est dalla capitale. Sabato scorso a radere al suolo un edificio in una zona in mano ai ribelli sono stati i missili dell’esercito regolare. Si contano almeno 50 vittime. Molti i dispersi ancora sotto le macerie. I soccorritori impegnati nelle ricerche hanno salvato una bimba, richiamati dal suo pianto. Nulla da fare per i suoi genitori e fratelli, ritrovati senza vita.