http://www.pupia.tv - Napoli - Blindato, ma con garbo e discrezione, il quartiere della Sanità, nel centro storico di Napoli dalle forze dell’ordine per evitare incidenti o possibili intimidazioni durante il funerale del giovane Gennaro Cesarano, ucciso domenica scorsa da un gruppo di fuoco arrivato in piazza in sella a degli scooter alle 4 del mattino.<br /><br />L’orario, così inconsueto del rito funebre, le 7.30, è legato proprio alle preoccupazioni delle forze dell’ordine per possibili altri raid. La bara bianca di “Genny” è stata portata a spalla all’interno della basilica di San Vincenzo, tra gli applausi e le lacrime della folla. I giovani della zona hanno indossato una maglia bianca con la scritta “Genny Vive”, la stessa che campeggiava in chiesa e nella piazza. Gli anziani, invece, erano vestiti di nero. Malgrado l’ora la chiesa è stata completamente riempita. <br /><br />A celebrare padre Alex Zanotelli e il parroco don Antonio Loffredo. Zanotelli ha parlato di "una città spaccata, bella e malamente, quella della Sanità, del rione Traiano, di Scaglia e quella del Vomero". "Quanto sangue si è versato in questi giorni - ha aggiunto il padre comboniano - e anche le nostre mani grondano di questo sangue. Tutti, Chiesa compresa, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità".<br /><br />All'uscita della bara decine di palloncini bianchi hanno accompagnato il volo delle lanterne cinesi. Applausi ripetuti da parte della folla che non ha trovato posto all'interno della chiesa, cresciuta fino a oltre 1000 persone.<br /><br />Dalle finestre delle case vicine alla chiesa sono cominciati a spuntare drappi neri a lutto come richiesto dal parroco don Antonio Loffredo.<br /><br />Tra i tanti striscioni, c'era anche un lenzuolo su cui era scritto: "Gennaro vive nei nostri cuori che la camorra ha ucciso". Lo striscione è stato tolto, però, da un gruppo di ragazzini. (11.09.15)