La magistratura della Corea del Nord ha condannato ai lavori forzati da scontare fino alla fine dei suoi giorni, un religioso di nazionalità canadese, ma di origini nordcoreane. <br /><br /> Era nel paese da gennaio e avrebbe realizzato attività sovversive, questa l’accusa, contro il regime di Kim Jong Un. <br /><br /> Il religioso, un uomo di circa sessant’anni, in luglio aveva ammesso le sue colpe in una conferenza stampa pubblica, ma è almeno lecito pensare che la confessione sia stata indotta. <br /><br /> Lim Hyeon-soo, questo il nome del condannato, è un pastore protestante, lavorava in una diocesi di Toronto ed è arrivato a Pyongiang a inizio anno, ma di lui si erano perse le tracce da mesi. La famiglia continua ad affermare che era nel paese per aiutare i più poveri, ma la magistratura non gli ha creduto. È, assieme ad altre tre sudcoreani accusati di spionaggio, l’unico prigioniero straniero condannato a una pena del genere.