http://www.pupia.tv - Napoli - Sette anni fa passò alle cronache come la guerra delle procure, con i pm di Salerno che indagavano quelli di Catanzaro che a loro volta indagavano i colleghi campani. Ma secondo l'allora pm del capoluogo calabrese, Luigi de Magistris - ovvero il casus belli di quella vicenda giudiziaria grazie alle sue inchieste sugli intrecci tra politica, massoneria e criminalità organizzata con la copertura di pezzi deviati della magistratura - di tutto si trattò tranne che di una guerra tra giudici inquirenti. <br /><br />Secondo l'attuale sindaco di Napoli fu un tentativo di non far sapere agli italiani chi comanda veramente nel Paese. Toghe lucane, Poseidone i nomi di due di quelle inchieste. Ma fu quella intitolata “Why not”, dal nome di una piccola azienda coinvolta nell'indagine, a fare più clamore visto che nel registro degli indagati furono iscritti l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed il suo ministro della Giustizia, Clemente Mastella. <br /><br />A distanza di anni, dopo aver subito a sua volta indagini e procedimenti disciplinari che lo hanno poi costretto a togliersi la toga contro voglia, de Magistris ha deciso di fare i nomi di tutti i personaggi coinvolti in quelle indagini. <br /><br />La vera storia, con dovizia di particolari, è stata in parte raccontata davanti a cinquecento napoletani curiosi di assistere al dibattito animato dall'ex pm della procura di Catanzaro, dal giudice siciliano, Felice Lima e dal giornalista Sandro Ruotolo. (04.12.15)