http://www.pupia.tv - Sarzana (La Spezia) - I Militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Sarzana, hanno eseguito il rilevante sequestro di un’intera area industriale sita tra Sarzana e Castelnuovo Magra. <br /><br />All’interno del complesso, che si estende per circa 20.000 metri quadri di superfice, sono state rinvenute circa 13 tonnellate di materiale depositato in modo inappropriato e risultato, ad un’analisi speditiva, di tipo “Eternit”. <br /><br />L’area, individuata a seguito del costante controllo del territorio, è stata monitorata, al fine di acquisire le immagini delle condizioni strutturali, con la collaborazione del Reparto Operativo Aereonavale della Guardia di Finanza ligure. <br /><br />I finanzieri della Tenenza di Sarzana e della Sezione Aerea di Genova hanno effettuato una ricognizione utilizzando un elicottero NH-500 in dotazione al Corpo, riprendendo e fotografando l’area dall’alto ed appurando il pericoloso stato di degrado e di abbandono del luogo. <br /><br />Il complesso era stato costruito tra gli anni 80 e 90, prima dell’entrata in vigore della normativa che ha vietato l’utilizzo dell’amianto nelle costruzioni (Legge nr. 257 del 1992), e veniva utilizzato per la lavorazione del marmo a Castelnuovo Magra. <br /><br />Nel 2012 il complesso dei beni aziendali è stato incluso nella fusione societaria con una azienda localizzata a Carrara e dedita al commercio della stessa materia prima, ma già da diversi anni la struttura principale era stata lasciata in uno stato di completo decadimento. <br /><br />A seguito dell’acquisizione, l’attuale proprietà non ha provveduto a mettere in sicurezza ed a bonificare la struttura e col tempo, anche a causa degli agenti atmosferici, gli edifici hanno iniziato a corrodersi fino al livello dell’odierno degrado. <br /><br />Il capannone principale infatti ha subito danni ingenti ed il materiale di rivestimento, composto presumibilmente da materiale tipo eternit, ha iniziato a sgretolarsi sino a raggiungere, in alcuni casi, la grandezza di granelli di sabbia. <br /><br />Anche le pareti esterne dell’immobile sono risultate frantumate con evidente rischio di diffusione delle fibre di matrice cementizia. <br /><br />L’operazione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione tra le Fiamme Gialle ed funzionari dell’ASL 5 Spezzino di Sarzana, i quali, insieme ai dipendenti dell’Arpal, ed in base alle specifiche competenze in materia, hanno appurato lo stato di pericolo dei luoghi e delle cose.<br /><br />Nel corso delle operazioni di sequestro è stato contattato il Sindaco di Castelnuovo, il quale ha fornito la massima collaborazione ai militari emettendo un’ordinanza contro la società di Carrara per obbligarla a mettere in sicurezza l’area entro 30 giorni, ad a bonificare l’intero complesso visto l’elevato stato di pericolo per l’incolumità pubblica. <br /><br />Sono ben noti infatti gli ingenti i danni alla salute che potrebbe provocare gli scarti d’amianto, classificati come rifiuto speciale, tossico e nocivo. Tali rischi vengono aumentati specialmente se il materiale si trova in stato di sgretolamento e soprattutto se localizzato in zone adiacenti a complessi abitati, come in questo caso. Non a caso l’Agenzia internazionale per la ricerca su cancro ha affermato che tutti i tipi di amianto sono cancerogeni per l’uomo e possono essere causa di diversi tipi di tumori. <br />I militari hanno inoltre appurato che i vecchi uffici dell’azienda venivano utilizzati come dimora anche da soggetti probabilmente di origine extracomunitaria, considerato che l’area era liberamente accessibile. <br /><br />Le Fiamme Gialle, oltre al complesso industriale di circa 20.000 mq, hanno sequestrato 2 immobili, un ingente quantitativo di lastre frantumate derivanti dalla tettoia del capannone principale in evidente stato di disfacimento e presumibilmente di cemento amianto - tipo eternit, materia prima di marmo per circa 10 tonnellate, ed altri beni aziendali per circa 40 tonnellate. <br /><br />Gli amministratori dell’azienda carrarese, due cittadini di origine siriana e libanese, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica della Spezia, per i reati di omissione di lavori in edifici o costruzioni in stato di abbandono e per abbandono e deposito di rifiuti pericolosi. Sono in corso ulteriori accertamenti, anche in funzione delle analisi chimiche da effettuarsi sui campioni, circa il livello di pericolosità del materiale sequestrato. (29.02.16)