http://www.pupia.tv - Vignola (Modena) - E' passato poco più di un mese dal colpo alla Gioielleria Galli di Vignola e i tre responsabili di quel colpo sono stati assicurati alla giustizia. Sono infatti scattati questa notte gli arresti dei rapinatori responsabili del colpo dello scorso 3 marzo nel pieno centro della cittadina modenese, eseguiti dai Carabinieri di Modena e dai colleghi napoletani di Castello di Cisterna (Napoli), zona di residenza dei banditi, originari di Mugnano, comune a nord del capoluogo campano. E' il risultato dell'indagine coordinata dal pm Luca Guerzoni, condotte dal Nucleo investigativo e dalla compagnia di Sassuolo.<br /><br />Le attività investigative, concluse anche grazie agli accertamenti tecnico-scientifici eseguiti dal Ris di Parma sui rilievi effettuati dal Nucleo Investigativo, hanno consentito di identificare rapidamente tre giovani, tutti originari del napoletano. <br /><br />Si tratta di tre italiani di 18, 20 e 23 anni, tutti provenienti da un contesto sociale difficile come quello di una certa periferia napoletana. Pendolari del crimine - uno dei quali con un precedente specifico - che non hanno nessun legame con il territorio modenese e che ora si trovano in carcere dopo l'ordinanza di custoria cautelare emessa e approvata in tempi rapidi dall giustizia modenese.<br /><br />La banda era entrata in azione in pieno giorno in via Garibaldi - dopo un sopralluogo effettuato il 14 febbraio precedente - entrando nei locali come normali clienti, per poi aggredire il personale. <br /><br />All'interno si trovavano una commessa, il titolare e un altro dipendente, tutti legati con fascette di plastica e segregati nel retro dell'esercizio. Stessa sorte toccata ad una cliente entrata durante il colpo e a sua volta spintonata e minacciata con una pistola. I banditi avevano poi razziato quanto si trovava facilmente a portata di mano, riuscendo poi a dileguarsi a piedi con un bottino del valore di oltre 225mila euro, tra orologi e monili vari.<br /><br />I carabinieri hanno potuto iniziare l'inchiesta sia attraverso le nitide immagini dell'impianto di videosorveglianza interno, sia attraverso le impronte lasciate senza troppe remore dai banditi. <br /><br />Incrociando le testimonianze con i rilievi dei sistemi di riconoscimento targhe sulle strade modenese, gli inquirenti sono risaliti a un'auto, una Fiat Panda con targa polacca - con la quale i tre hanno effettuato il viaggio di ritorno verso la Campania, per altro incappando in un normale controllo della Polizia Stradale che ne aveva quindi trascritto le generalità. Non è quindi passato molto tempo prima che l'Arma rintracciasse le abitazioni di ognuno dei tre e le perquisissse, trovando per altro anche una fedele replica ad aria compressa di una pistola Beretta. Ma nella refurtiva nessuna traccia. (14.04.16)