http://www.pupia.tv - Roma - Avevano accumulato un’ingente fortuna, grazie alle lucrose consulenze assicurative ed alle amnesie nei confronti del Fisco, i due fratelli di Roma - entrambi esperti di infortunistica stradale - che, dopo essere stati “pizzicati” dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, sono ricorsi a vari stratagemmi per sottrarsi al pagamento delle imposte impegnando magistrati ed inquirenti in una laboriosa “caccia al tesoro”.<br /><br />La vicenda, sfociata in un’indagine della Procura della Repubblica di Roma avendo l’evasione superato le soglie minime di punibilità previste dalla normativa penale-tributaria, ha inizio due anni orsono quando le Fiamme Gialle del Gruppo di Tivoli sottopongono i due fratelli a verifica fiscale anche ricorrendo ad accertamenti sui rispettivi conti correnti postali e bancari per dimensionare il loro effettivo giro d’affari.<br /><br />Gli approfondimenti avevano evidenziato che i due avevano conseguito, grazie all’attività di consulenza rivolta per lo più a vittime di gravissimi sinistri stradali anche mortali, compensi per oltre 70 milioni di euro, dichiarando al Fisco – negli anni dal 2009 al 2013 - una parte irrisoria del loro ammontare ed omettendo così il versamento di imposte dirette per oltre 16 milioni e di Iva per circa 7 milioni di euro.<br /><br />In considerazione dell’entità dell’evasione e temendo le loro possibili mosse, i militari avevano ricostruito il loro patrimonio ma entrambi avevano chiuso in tutta fretta i loro rapporti finanziari in Italia trasferendo le cospicue disponibilità liquide nel Principato di Monaco, ove nel frattempo uno dei due aveva trasferito la propria residenza anagrafica, pur continuando, in realtà, a vivere in Italia.<br /><br />Non contenti, avevano simulato atti di alienazione dei propri beni a società create ad hoc ed a parenti compiacenti residenti in Svizzera vanificando il primo provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma.<br /><br />Le Fiamme Gialle, però, non si danno per vinte e, dopo aver ricostruito i vari passaggi di proprietà in frode al Fisco, hanno chiesto all’Autorità Giudiziaria di emettere un nuovo decreto che, questa volta, è “andato a segno” permettendo il sequestro di tre lussuose ville ubicate sul Lago di Bracciano, di cui due con piscina, di un attico con super attico e di un elegante immobile ad uso ufficio nel quartiere Aurelio di Roma, oltre a vari box e cantine, per un valore stimato di oltre 12 milioni di euro. <br /><br />La misura cautelare è preordinata alla confisca “per equivalente”, istituto che consente di cautelare l’Erario per le imposte evase, le pene pecuniarie e gli interessi maturati. (28.05.16)