‘Unidos Podemos’ si rivolge ai 600mila elettori socialisti ancora indecisi per poter battere il partito Popolare alle elezioni generali spagnole di domenica prossima. <br /><br /> La coalizione formata da Podemos e Izquierda Unida è già, secondo i sondaggi, la seconda forza politica della Spagna con il 25%. Mai in democrazia, un partito è riuscito a rompere l’alternanza socialisti-popolari. <br /><br /> “Siamo molto vicini a sconfiggere il Partito Popolare – dice il leader di Podemos, Pablo Iglesias – Ci siamo quasi. E loro sono molto preoccupati per questo”.<br /><br /> Il Partito Popolare punta a confermare il risultato del 20 dicembre, Mariano Rajoy è consapevole che la sua permanenza al Palazzo della Moncloa dipenderà da un accordo di governo post-elettorale. I sondaggi lo danno al 30%, ma i socialisti hanno già detto che escludono l’ipotesi Grande Coalizione. <br /><br /> Il premier uscente vede riproporsi lo spettro dell’ingovernabilità: “Il rifiuto a negoziare è una dimostrazione di debolezza di chi non osa parlare e raggiungere accordi con coloro che hanno idee diverse”.<br /><br /> Il partito socialista di Pedro Sanchez appare come l’anello debole della partita del 26 giugno, schiacciato fra Pp a destra e Podemos a sinistra. Ma anche se il suo peggiore risultato storico e l’umiliante sorpasso di Podemos previsti dai sondaggi saranno confermati nelle urne, il Psoe potrebbe avere un ruolo chiave nel dopo voto.<br /><br /> Ciudadanos di Albert Rivera che, come Podemos a sinistra, è entrato in parlamento a dicembre, è dato al 15%. È l’unica forza politica aperta ad apparentamenti, ma in campagna elettorale Rivera ha attaccato frontalmente Rajoy sui casi di corruzione per distinguersi dal rivale moderato.<br /><br /> Un quadro confuso in un Paese che rischia di ritrovarsi incartato in questa corsa a quattro. Se nessuno pescherà il jolly degli indecisi, non si esclude un ritorno alle urne per la terza volta dopo 40 anni di alternanza al governo fra popolari e socialisti.<br />
