Il signore si è fermato qui. <br /><br /> Nella Città di Dio, favela brasiliana di 60 mila persone, che sormonta il parco olimpico di Rio 2016, di Dio in effetti non c’era traccia fino a qualche giorno fa. <br /><br /> Prima che Rafaela Silva vincesse il primo oro nei Giochi olimpici di Rio nella finale judo 57 chili.<br /><br /> Lei, 24 anni, dedica questa vittoria a tutti i bambini della sua comunità per cui vuole essere un esempio .<br /><br /> Rafaele è passata dalle botte in strada al tatami; a volerlo, in realtà, il padre, Luis Carlos Silva, che ha pensato così di sottrarla a un destino che pareva segnato.<br /><br /> Oggi si dice fiero della figlia cui chiede di non dimenticare le proprie origini:<br /><br /> “Penso che tutti siano contenti, perché Rafaela non nasconde le sue origini; alcuni lo fanno, non lei, lei non l’ha mai fatto; ha deciso di non trasferirsi nel quartiere olimpico ma di vivere qui. Le ripeto sempre: non dimenticare da dove vieni”.<br /><br /> Baracche, fogne a cielo aperto, gang, e criminalità. Anche se un po` è diminuita dopo dopo che il governo ha creato un’unità speciale di polizia per pacificare le bande.<br /><br /> La Città di Dio<br />Ma per un giorno Rafaela è stata motivo d’orgoglio anche per i giovani più disorientati:<br /><br /> Un residente di Città di Dio:<br /><br /> “Solo due settimane fa le ho detto: vincerai l’oro, devi vincere per noi. Così è stato”.<br /><br /> Un primo passo per creare una nuova consapevolezza che porti i giovani delle favele lontano dalla violenza.<br /><br /> Tatiane Maiara è un’amica di Rafaela e anche lei pratica lo stesso sport:<br /><br /> “Ieri parlavo con alcuni ragazzi che mi dicevano: Mia madre mi continua a dire: lascia perdere il judo, ma continuerò, perché voglio qualcosa di meglio per la mia vita.<br />Le opportunità che ci sono qui per i ragazzi della favela sono poche e molti non hanno voglia di studiare, per cui lo sport resta l’unico possibilità di riscatto, per avere una vita diversa”.<br /><br /> A Londra nel 2012, Rafaela fu squalificata per un colpo irregolare.<br />Alla squalifica seguirono gli insulti razzisti sui social media.<br /><br /> Rafaela voleva lasciar perdere.<br /><br /> Non sapeva cosa le riservava il tatami quattro anni dopo.<br />