“La libertà, Sancio, è uno dei più preziosi doni che i cieli abbiano mai dato agli uomini”. Lo dice Don Chisciotte e lo sussurra, cupamente, l’installazione di Ai Weiwei ospitata in questi giorni dalla cattedrale di Cuenca, cittadina medievale situata nel centro della Spagna.<br /><br /> S.A.C.R.E.D. è costituita da sei parallelepipedi di metallo contenenti diorami a grandezza naturale che riproducono scene dalla detenzione dell’artista, incarcerato in Cina nel 2011 per ottantuno giorni con il pretesto di aver evaso il fisco.<br /><br /> Per il curatore Carlos Aganzo, Ai Weiwei “È l’artista che riesce a rompere i limiti dell’arte per trasformarla in una forma di comunicazione mondiale. Credo che questo sia il vero successo dell’opera di Ai Weiwei, essere in grado di trasmetterla a tutto il mondo, avere un senso globale dell’arte come mai è stato fatto prima. Ma si tratta anche di arte militante, un’arte che vuole attirare l’attenzione sulla libertà e sui diritti umani, sugli oppressi e sui problemi che il pianeta si trova ad affrontare”.<br /><br /> L’installazione fa parte della mostra La poetica della libertà, uno degli eventi organizzati in Spagna per celebrare il quattrocentesimo anniversario della morte di Miguel de Cervantes. <br /><br /> Anche il creatore del Don Chisciotte conobbe le carceri, quelle ottomane di Algeri, dove fu detenuto per cinque anni, dal 1575 al 1580.<br /><br /> S.A.C.R.E.D. di Ai Weiwei resterà in mostra nella cattedrale di Cuenca fino al 6 novembre.<br />