Con l’elezione di Viaceslav Volodin alla presidenza, la Duma, il parlamento russo, ha avviato la nuova legislatura dopo le elezioni del 18 settembre.<br /><br /> Scontato il sostegno per il fedelissimo di Putin. A suo favore hanno votato i 343 deputati di Russia Unita, ma anche la cosiddetta “opposizione di sistema”.<br /><br /> “Tutti i popoli e tutti i paesi hanno lo stesso diritto: essere potenti. Ma non crediamo che essere potenti equivalga a essere un grande paese. Non diremo mai a nessuno ciò che dovrebbe fare invece di quello che fa…”<br /><br /> Unica voce critica quella dei comunisti di Gennadi Zyuganov:<br /><br /> “Andremo alle elezioni presidenziali con la consapevolezza che gli ultimi dieci anni delle politiche correnti hanno portato a sei anni di pesante crisi, ai tassi di povertà in crescita, all’aumento dei rischi militari e alla perdita della autorevolezza e dell’influenza che il nostro paese aveva”.<br /><br /> A sostituire il neo presidente della Duma Volodin nel suo incarico di responsabile del Cremlino per gli affari interni, Putin ha chiamato il liberale Serghiei Kirienko, dal 2005 a capo dell’agenzia atomica russa RosAtom.<br />
