La Corte Costituzionale spagnola ha annullato il provvedimento con cui, nel 2010, il Parlamento di Barcellona aveva vietato la corrida in Catalogna.<br /><br /> Per 8 giudici su 11, la tauromachia, considerata parte del patrimonio culturale nazionale, è di competenza dello Stato.<br /><br /> La notizia è accolta con soddisfazione dai toreri.<br /><br /> “È importante, per essere liberi di praticare la nostra professione che è legale e che per di più è patrimonio culturale di questo paese e per poterci difendere legalmente, sapere che abbiamo una base giuridíca per difendere la nostra professione e la nostra vita che è la tauromachia.”<br /><br /> Ma la sindaca di Barcellona, Ada Colau, eletta con Podemos, ha replicato che, indipendentemente dal pronunciamento della Consulta, farà rispettare le norme che vietano il maltrattamento degli animali.<br /><br /> Le fa eco il ministro al Territorio, Josep Rull: “Dica ciò che vuole la Corte Costituzionale, non ritorneranno le corride in Catalogna.”<br /><br /> Il no alla corrida era frutto di un’iniziativa popolare animalista, ma interpretava anche sentimenti indipendentisti.<br /><br /> “La domanda è – chiede un deputato catalano dell’ERC, Gabriel Rufián -: perché, per esempio, alle Canarie si rispetta la decisione del parlamento e in Catalogna no? È una decisione arbitraria.”<br /><br /> A dichiarare la corrida bene culturale era stato il governo di Mariano Rajoy.<br /><br /> Ma intanto anche la sindaca di Madrid ha tolto i finanziamenti agli spettacoli taurini, aboliti pure in altre città spagnole.<br />